
Viaggio nella Resistenza attraverso i libri
mars 1 @ 15:30 – 17:30
Si intitola “Viaggio nella Resistenza attraverso i libri” la conferenza promossa dalla sezione Anpi “Renato Boragine” di Loano e da Aned di Savona-Imperia in programma sabato 1 marzo alle 15.30, presso la biblioteca civica “Antonio Arecco” di Palazzo Kursaal a Loano.
Durante il pomeriggio, che gode del patrocinio dell’assessorato a turismo, cultura e sport del Comune di Loano, il giornalista e scrittore Daniele La Corte presenterà due suoi libri: “Il Boia e la Contessa” e “Tradito, Don Giacomo Bonavia e i Preti Ribelli”.
“Lo scrittore – spiegano gli organizzatori – ha portato alla luce diverse storie ed episodi legati alla Resistenza nel periodo tra 8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945 accadute in città della nostra zona ed il particolare ad Alassio, nell’albenganese e nella provincia di Imperia. La storia della contessa di Villefranche che salvò la città di Alassio dalla distruzione del nazista Dosse, le violenze perpetrate da ‘Il Boia di Albenga’ Luciano Luberti verso i partigiani e la popolazione, seminando paura e morte. Le vicende legate a Don Giacomo Bonavia e da altri preti, cosiddetti ribelli, che aiutavano i partigiani nella zona dell’albenganese e dell’entroterra imperiese dopo 8 settembre 1943, nella lotta contro il nazifascismo”.
La conferenza sarà introdotta dal presidente dell’Anpi di Loano Giovanni Rovelli, con l’intervento del presidente di Aned Savona-Imperia Simone Falco. Alle 15 sarà deposto un mazzo di fiori al monumento alla Resistenza presso i giardini “Sandro Pertini” per ricordare il concittadino loanese Aldo Marostica, arrestato e deportato dai nazifascisti nel campo di concentramento di Mauthausen per aver partecipato agli scioperi operaia Milano del 1 marzo 1944.
Il viaggio nella Resistenza attraverso i libri” proseguirà il 6 aprile, sempre nella biblioteca di Loano, con una conferenza sullo scrittore partigiano Italo Calvino tenuta dalla dalle scrittrici Daniela Cassini e Manuela Ormea. Tra le altre iniziative per gli 80 anni dalla Liberazione, dal 24 aprile al 9 maggio presso la Sala del Mosaico di Palazzo Doria sarà visitabile la Mostra “Barbiana, il silenzio diventa Voce” sull’opera e la vita di Don Lorenzo Milani che ci insegna a leggere la nostra Costituzione, nata dai valori della Resistenza.
“Tradito” è ambientato all’indomani dell’8 settembre 1943, quando il Paese tira un sospiro di sollievo. Ma è soltanto un’illusione. Quella data apre la via a quasi due anni di orrori e di violenza anche fratricida. Don Giacomo Bonavia è il giovane parroco di Villanova d’Albenga, località del Ponente ligure. È amato da tutti, ma non è certo preparato a quello che sta accadendo. Detesta qualsiasi forma di violenza rifiutando l’uso delle armi anche nei momenti più drammatici. I nazifascisti seminano odio e spargono sangue, l’esercito italiano è sbandato. Don Giacomo non deve pensarci molto, sa da che parte deve stare, sa dove si trovano la libertà e la giustizia così accetta di collaborare con altri preti “ribelli”. Nasconde in sacrestia renitenti alla leva e occulta casse di armi destinate ai partigiani. Qualcuno, fra le camicie nere del luogo, comincia a sospettare di lui, mentre le SS, che hanno preso possesso di Albenga, danno la caccia ai sacerdoti che appoggiano le formazioni partigiane. La posizione di don Giacomo è delicatissima diventando protagonista di un’impresa difficile e pericolosa. Diventa mediatore per ottenere la liberazione di un dirigente della Totd in cambio di due prigionieri partigiani. Un’impresa difficile e pericolosa che vedrà il tradimento di un presunto resistente e il conseguente arresto del parroco. Una donna, Maria, in contatto con i tedeschi, gli consiglia di scappare. Che cosa sceglierà don Giacomo? A che cosa andrà incontro? La posta in gioco salirà, lo scontro sarà duro, fino all’ultima goccia di sangue e di dignità. “Tradito” racconta una pagina di Resistenza partigiana, tra Liguria e Piemonte, fatta anche di contrapposizioni forti. Ancora una volta, la forma romanzo aiuta un pezzo di storia italiana a uscire dall’oblio, a riportare in superficie fatti veramente accaduti.
“Il boia e la contessa” è un romanzo che prende le mosse dalla storia italiana. Silvia Ceirano, figlia dell’imprenditore cuneese che ha dato origine all’avventura automobilistica in Italia poi inglobata nella FIAT, diventa contessa di Villafranca-Soissons sposando a soli diciotto anni Eugenio di Carignano, un Savoia di seconda fascia. La storia si concentra per gran parte nel periodo compreso fra l’8 settembre 1944 e il 25 aprile 1945 sviluppandosi tra Torino e Alassio, dove la brillante contessa continua a dare feste, nel suo dorato mondo pur nel disastro della guerra. La sua vita, fra champagne e serate eccitanti, culmina quando inizia una relazione con il capitano nazista Gerhard Dosse, che andrà a vivere con lei, a Villa Ceirano. Lì vicino, ad Albenga, echeggiano le urla dei civili torturati dai tedeschi, aiutati da un italiano, un sadico chiamato il ‘Boia’. Poi, tutto precipita. Sua sorella Ida, che vive a Vicoforte, è una fervente antifascista, amica di antifascisti, e suo figlio milita fra i partigiani. Il dramma è inevitabile. La contessa Silvia Ceirano, amante e convivente dello spietato capitano Dosse, dovrà scegliere. Alla fine della guerra ci sarà la resa dei conti, anche per la ex contessa Silvia Ceirano di Villafranca-Soissons. Quale è stata la sconvolgente verità di quei giorni crudeli? L’intensità drammatica del romanzo si fonde con la Storia per dare vita a un affresco intenso sul piano umano, imperdibile su quello storico. La scheda finale, che ricolloca le persone nel loro reale perimetro storico, sconvolge e inquieta.
Daniele La Corte, giornalista professionista, dopo aver lavorato per diverse testate nazionali come il “Secolo XIX”, il “Corriere della Sera“, “La Repubblica“ e “La Stampa“ si è trasformato in ricercatore allo scopo di strappare all’oblio fatti e personaggi che hanno caratterizzato gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale. La laurea in sociologia, abbinata all’attività giornalistica, gli ha permesso di mettere a fuoco realtà ai più sconosciute. Più volte commissario per l’esame di Stato di abilitazione per giornalisti professionisti ha anche ricoperto incarichi nel Sindacato e nell’Ordine. Per due volte è stato tra i vincitori del premio il “Cronista dell’Anno”. È stato insignito dell’onorificenza da parte della Repubblica Francese di Chevalier de l’Ordre des Arte e des Lettres. Il suo impegno nella ricerca gli ha permesso di far parte del Comitato Scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia dove oggi ne è il coordinatore. Giunto al suo decimo libro ha scritto per i tipi di Fusta Editore “Il coraggio di Cion”, “Resistenza svelata” e “Il ritorno di Pricò”.