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Loano Comedy Festival
Agosto 21 @ 21:00 – 23:59
Si articolerà in tre appuntamenti il “Loano Comedy Festival 2024”, la manifestazione prodotta dall’associazione Social Events Aps in collaborazione con il Caffè Teatro Comedy Club, con la direzione artistica di Renzo Sinacori, Flavio Oreglio, Maurizio Castiglioni e il patrocinio dell’assessorato a turismo, cultura e sport del Comune di Loano.
Il Festival si terrà nei giorni 14, 21 e 28 agosto in piazza Italia a Loano con ingresso gratuito (gli spettacoli inizieranno tutti alle 21).
Fortemente apprezzato dal sindaco di Loano Luca Lettieri e dal vice sindaco con assessore a turismo e cultura Gianluigi Bocchio, il Festival si propone tre obiettivi: “In primo luogo – spiegano gli amministratori comunali loanesi – il Festival vuole essere un’occasione di divertimento per i turisti e cittadini di Loano (e non solo), offrendo alla comunità un momento di aggregazione intergenerazionale. Inoltre, il Festival ha tutte le carte in regola per diventare, negli anni a venire, punto di riferimento nazionale e opportunità relazionale per i giovani comici che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo, così come era stato per il ‘Festival del cabaret’ che si teneva a Loano negli anni ’80. Infine, l’evento può rappresentare una svolta culturale per il settore dell’entertainment. Come sottolineato dal direttore artistico Flavio Oreglio, infatti, il Festival consacra definitivamente l’uso del termine ‘Comedy’ per definire un mondo artistico erroneamente identificato con la parola ‘cabaret’. Diciamo ‘erroneamente’ perché gli studi approntati nel corso di più di vent’anni da Oreglio nell’ambito dell’Archivio Storico del Cabaret Italiano (emanazione del Centro Studi Musicomedians) hanno dimostrato che i comici con il cabaret non c’entrano nulla, evidenziando quindi l’equivoco semantico in cui siamo incappati negli ultimi cinquant’anni. A questi studi vogliamo attenerci, riconoscendo a Flavio Oreglio il ruolo di ‘ideologo’ del cambiamento”.
Il Festival sarà condotto da Renzo Sinacori e si svolgerà nell’arco di tre appuntamenti: il 14, 21 e 28 agosto. Nelle prime due serate (il 14 e 21 agosto) si terranno le semifinali, che porteranno ad esibirsi sul palco di piazza Italia otto nuovi artisti per sera: i primi quattro di ciascuna serata, votati da una giuria di operatori qualificati del settore, accederanno alla finale. Nella finale del 28 agosto, quindi, si esibiranno sul palco gli otto artisti che hanno superato le semifinali e la giuria sceglierà il vincitore del “Loano Comedy Festival 2024”.
Il 14 agosto saranno in gara: Roberto Gemma, Ivo Ortelli, Piero Bagnardi, Benedetta Tieri, Anna Folzi, Aurelio Cammarata, Francesco Soffientini, Davide Chiari. Ospiti della serata: Gabriele Cirilli, Enzo Paci, Max Cavallari, Fabrizio Fontana. Il 21 agosto saranno in gara: Alessio Ronchi, Elena Staropoli, Nicholas Teramo, Simone Zibra, Rudy Segantini, Tiziana Gallo, Sofia&Justine, Gian Piero Cermenati. Ospiti della serata: Gianni Cinelli, Daniele Raco, Nino Taranto. Infine, il 28 agosto saranno in gara gli artisti che avranno superato le semifinali. Gli ospiti saranno: Flavio Oreglio, Alberto Patrucco, Leonardo Manera oltre al regista cinematografico Giorgio Molteni, Luca Sestili (direttore artistico del Festival di Grottamare in provincia di Ascoli Piceno), Giovanni Tagliente (direttore artistico del Festival di Martina Franca in provincia di Taranto) e Maurizio Castiglioni (direttore artistico del Caffè Teatro Comedy Club di Varase).
Aggiunge Flavio Oreglio: “Il ‘Loano Comedy Festival’ rappresenta un passo rilevante per lo spettacolo d’intrattenimento in Italia. Quando mi è stata sottoposta l’ipotesi di collaborare per la rinascita dello storico ‘Festival del cabaret di Loano’, da un lato ho provato una certa emozione, dall’altro ho intravvisto subito una straordinaria opportunità che non esiterei a definire ‘culturale’. Il ‘Festival del Cabaret di Loano’, festival glorioso ma dal titolo sbagliato, fu organizzato dal Teatro Instabile di Genova grazie all’operato di Pierluigi Delucchi e tenne banco tra il 1986 e il 1988, diventando un fondamentale appuntamento per le nuove generazioni di ‘comici’ cui io stesso appartenevo: una grande occasione di lavoro e promozione. Grazie soprattutto al collegamento con la trasmissione ‘Cabaret per una notte’ (altro titolo sbagliato in onda su Italia 1) e alla ‘giornata mercato’, momento d’incontro con gli operatori del settore, costituiva un importante riferimento lavorativo e trampolino di lancio fondamentale. Per la cronaca, i vincitori del Festival potevano accedere alla storica trasmissione ‘Drive in’. Una visibilità così importante rese quel festival esempio e modello per altri eventi analoghi nati in seguito in tutte le parti d’Italia: i ‘Festival del Cabaret’ pur nella loro errata definizione, presero forza e proliferarono, a Torino, Grottammare (Marche) e Martinafranca (Puglia), formando uno straordinario panorama di opportunità per esordienti, unitamente ad analoghi concorsi come ‘La Zanzara d’Oro’ (Bologna), ‘Milano Cabaret’ e molti altri”.
“Davanti alla possibilità di una sua rinascita, ho sottoposto l’idea di eliminare la parola ‘cabaret’ introducendo il più appropriato termine ‘comedy’. Perché? Ennesima scontata mania dei suoni anglofoni? Concessione al dio-marketing? Americanata extra large? Assolutamente no, niente di tutto questo. L’adozione di una simile dicitura (per la verità già in uso da qualche tempo) simboleggia una vera e propria piccola ma sostanziale rivoluzione concettuale e culturale, perché è la correzione di una stortura che ci trasciniamo da più di mezzo secolo, dal momento che il ‘cabaret’ con i ‘comici’ non c’entra nulla. Può sembrare una cosa da niente, ma in realtà questa modifica minimale rappresenta un vero e proprio terremoto perché ha una doppia valenza: da un lato, definendo in maniera corretta un’attività e rispettando nello stesso tempo il significato storico del cabaret, ha un importante valore culturale, dall’altro(aspetto più pragmatico) rappresenta un’azione di marketing che avvia un restyling del ‘mondo comico’ in chiave moderna. Parola d’ordine: correttezza e modernità. Anche se il tutto si potrebbe ridurre all’elementare principio: ‘Chiamiamo le cose col loro vero nome’”.
“Sostengo da anni con forza questo principio che ho desunto dagli studi e dalle ricerche effettuate col Centro Studi Musicomedians nell’ambito del progetto Archivio Storico del Cabaret Italiano da me ideato e diretto. In più di trent’anni di lavoro ho recuperato documenti e testimonianze grazie alle quali sono riuscito a ricostruire la storia e le caratteristiche del fenomeno ‘cabaret’. Proprio tale storia, che ho raccontato nel libro ‘L’Arte ribelle’ uscito per Sagoma Editore nel 2019, attesta e dimostra quanto affermato poco sopra: il cabaret con i comici non ha niente a che vedere. I comici non ‘fanno cabaret’ (in verità nessuno lo ‘fa’, questa espressione è senza senso) perché i comici appartengono casomai a un’altra proposta di spettacolo meravigliosa e gloriosa: il Varietà.”
“Il cabaret in Italia ha avuto la sua stagione d’oro a Milano tra gli anni ’50 e ’60 ma non dobbiamo parlare, come si è soliti fare, di ‘cabaret milanese’ bensì di ‘cabaret a Milano’, poiché quell’esperienza straordinaria ha avuto una dimensione nazionale ed è stata il frutto dei contributi di artisti che arrivavano da ogni parte d’Italia. Per inciso in questa storia la Liguria ha avuto un ruolo importantissimo, grazie, per esempio, all’attività della Borsa di Arlecchino a Genova e a personaggi del calibro di Paolo Villaggio, Fabrizio De André (sic!) e Bruno Lauzi. Dopo il ’68, il cabaret è, di fatto, scomparso, scemando lentamente durante i primi anni ’70 e abbiamo continuato a chiamare ‘cabaret’ qualcosa che cabaret non era, non è mai stato e non è: le performance dei ‘comici’. Tutti ci siamo sbagliati, io mi sbagliavo, gli addetti ai lavori si sbagliavano, e si sbagliarono all’epoca anche gli autori di Fininvest (Cabaret per una notte) e il Festival di Loano (denominato per l’appunto ‘Festival del cabaret’). In seguito hanno continuato a sbagliarsi anche tutti i festival che ne sono derivati. Mal comune mezzo gaudio. Oggi però la situazione è cambiata: l’errore è stato scovato ed evidenziato e quindi intelligenza e coerenza impongono che ci si debba comportare di conseguenza. Tuttavia, come si sa, è difficile liberarsi dalle abitudini consolidate”.
“Per tale motivo, il ‘Loano Comedy Festival’ rappresenta, da questo punto di vista, un punto di rottura, perché mette le cose a posto e genera ordine. Parafrasando Armstrong (l’astronauta, non il jazzista) direi che siamo davanti a un piccolo passo per la semantica, ma un grande passo per la cultura dell’intrattenimento. Un simile cambio di dicitura rappresenta una sorta di prima pietra che bisognava solo avere il coraggio di posare. E il coraggio c’è stato, per fortuna. Un plauso agli organizzatori che hanno recepito immediatamente l’idea. Siamo solo agli albori di un nuovo corso, anche se, a dire il vero, il germe dell’aggiornamento è già in azione da un paio d’anni. La prima pietra, infatti, è stata posata al Caffè Teatro di Verghera di Samarate (VA), che, grazie alla lungimiranza di Maurizio Castiglioni, è stato il primo soggetto ad allinearsi alle nuove corrette linee di pensiero. Fin dalla sua riapertura, infatti, il locale non si è più definito ‘cabaret’ (com’era identificato prima della chiusura) ma ‘Comedy Club’. Non sorprende quindi che il Caffè Teatro,da sempre crocevia d’intrecci tra addetti ai lavori, stia diventando, in collaborazione con l’organizzazione del Festival (Social Events) e il direttore artistico Renzo Sinacori, la forza motrice della ‘trasformazione’ che in realtà sarebbe meglio definire ‘presa di coscienza della propria reale identità’”.
“Il ‘Loano Comedy Festival’ oltre che nuova vetrina e opportunità per esordienti, diventa così pietra miliare del cambiamento, prototipo di un nuovo (e soprattutto corretto) approccio, origine dichiarata di un percorso destinato a evolversi nel tempo da piccolo sentiero (qual è nel presente), a strada maestra nei prossimi anni”.
“Prima di chiudere permettetemi un piccolo appunto affettuoso personale. Io ho partecipato al ‘Festival del Cabaret di Loano’ nel 1987 e quella partecipazione ha rappresentato una sterzata decisiva per la mia avventura artistica. Perciò sono lieto oggi di contraccambiare il favore, ponendo ancora una volta Loano in posizione d’avanguardia. Ancora una volta Loano si propone come sede d’idee vive e può diventare l’esempio da seguire per correggere consapevolmente l’errore che il ‘Festival del Cabaret’ aveva involontariamente contribuito a diffondere”.