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L’importanza del suolo: Il Bosco al Mare + Dalla parte del suolo
Novembre 5 @ 18:00 – 20:00
Si propone di far riflettere sull’importanza del suolo, un bene prezioso ma spesso trascurato, fondamentale per la vita, l’incontro promosso per martedì 5 novembre presso la biblioteca civica “Antonio Arecco” di Palazzo Kursaal a Loano dall’associazione Rossonove No Profit.
Il suolo non solo sostiene l’agricoltura e la biodiversità, ma svolge un ruolo cruciale nella regolazione del clima e nella prevenzione delle catastrofi ambientali, come le alluvioni. Il consumo incontrollato di suolo, purtroppo, ne mette a rischio l’integrità, con conseguenze gravi per l’ambiente e la società. Questo evento, dedicato alla tutela del suolo e alla riflessione sulla rigenerazione del paesaggio attraverso l’arte e la conoscenza, ci aiuterà a comprendere come possiamo prenderci cura del suolo per preservare il nostro futuro.
La serata inizierà alle 18 con la proiezione del cortometraggio “Il Bosco al Mare”, diretto da Federico Bonelli e realizzato in collaborazione con Rossonove No Profit. Girato nell’entroterra ligure e in prossimità dell’area degli ex cantieri Rodriquez di Pietra Ligure, il corto esplora la relazione tra natura e trasformazione del paesaggio, attraverso un racconto che fonde arte e territorio. Federico Bonelli è un artista multimediale, vive in Olanda dal 2002, ha una laurea in filosofia, anni di esperienza con artisti di ogni tipo, viva curiosità intellettuale e grande amore per l’ambiente.
“Per i cantieri Rodriquez, area di 6 ettari tra la ferrovia e il mare dismessa da più di vent’anni, quale potrebbe essere la destinazione d’uso se non passasse solo l’idea di cementificazione? Siam partiti da un sogno. Un bosco dell’entroterra che scende di nuovo sino al mare. Il bosco al mare. Sei sicuro che sia un sogno irrealizzabile? L’essere umano che popola questi luoghi non è cambiato molto nel tempo. Cambia il genere di sogno che ne guida la mano. Sia la mano che disegna o che costruisce o che abita. Da dove arriva questo sogno? Abbiamo provato a chiederlo altrove. E agli abitanti di Pietra Ligure. E’ solo un sogno. E i sogni muovono il mondo. Quale è il vostro? E se un sogno cala dall’alto poi possiamo sorprenderci se sarà il sogno di qualcun altro ad abitare (per davvero) il nostro territorio nel futuro? E chi ci vivrà? E cosa farà per vivere? Sarà a servizio del sogno di altri o avrà l’orgoglio di un sogno diverso, più suo?”
A seguire, il professor Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione Urbanistica e Territoriale presso il Politecnico di Milano, presenterà il suo ultimo libro “Dalla parte del suolo” (Laterza). Da anni impegnato nella sensibilizzazione sul tema del consumo di suolo e della mobilità leggera, Pileri offre in questo libro un’approfondita analisi delle problematiche legate alla distruzione del suolo e alle conseguenze ambientali e sociali che ne derivano.
In uno strato sottilissimo di terra c’è la più alta densità vitale del pianeta. Il suolo è un ecosistema unico nel suo genere, di cui continuiamo a ignorare la bellezza. È anche quello più altruista, che permette di sopravvivere a tutto ciò che sta sopra. Eppure noi lo maltrattiamo, avveleniamo, distruggiamo. Per fermare al più presto il suo consumo, serve riscoprire la meraviglia sotto i nostri piedi. Tornare a prendersi cura della terra, per salvare noi stessi insieme a lei. Il suolo è sotto attacco da innumerevoli fronti: cemento, asfalto, microplastiche, pesticidi, liquami zootecnici, erosione e incendi. Sono colpi che feriscono a morte l’ecosistema più fragile e vitale sulla faccia del pianeta. Grande regolatore climatico e custode di un terzo della biodiversità terrestre in appena trenta centimetri di spessore, il suolo è infatti l’habitat di miliardi di esseri viventi che consentono alle piante di sopravvivere, oltre che una riserva preziosissima d’acqua e la fonte del 95% di tutto il cibo e del 99% delle calorie assunte da animali e umani. Ma di tutto questo non c’è traccia nel discorso pubblico, nei corsi scolastici, nei programmi politici, nei piani e nelle leggi urbanistiche. Il suolo continua a essere invisibile, considerato solo una superficie da irrorare di sostanze chimiche o soffocare a furia di villette, autostrade e capannoni. E così alla terra che calpestiamo non viene riconosciuto il suo status di corpo vivente, natura non rinnovabile e non resiliente, dato che richiede 2000 anni per crescere di soli 10 centimetri. Fuori dell’agenda dei beni comuni, il suolo rimane un prodotto di mercato, una risorsa da consumare senza scrupoli, con conseguenze drammatiche per l’ambiente e noi tutti. Paolo Pileri ci guida alla scoperta della straordinaria ricchezza ecologica del suolo, della sua incredibile generosità e dei suoi benefici, additando chi ha l’ardire e l’ingratitudine di fargli male: logistica, agricoltura intensiva, inquinanti, cave, guerre, incentivi edilizi, piste da sci, parchi solari, piani urbanistici e altro ancora. Animato da una sincera passione ambientalista, questo libro ci aiuta a capire che cos’è davvero il suolo, per prendere parte attiva alla sua difesa e imparare a porre le domande giuste a tutti quei tecnici, amministratori e urbanisti che avallano il suo consumo, spesso camuffato da sostenibilità. Un libro, insomma, per dare voce alla terra e invitare il lettore a stare dalla parte del suolo. Nella crisi ecologica attuale, è questa l’unica parte che possiamo permetterci.
Paolo Pileri insegna Usi del suolo ed effetti ambientali al Politecnico di Milano. Si occupa, oltre che di suolo e del suo consumo, anche di pianificazione di linee lente ciclabili e camminabili. È membro scientifico del rapporto nazionale sul consumo di suolo di ISPRA e ideatore del progetto di territorio VENTO, la dorsale cicloturistica di 700 chilometri che collega Venezia a Torino lungo il fiume Po. Tra i suoi libri: “100 parole per salvare il suolo” (2018); “Progettare la lentezza” (2020); “L’intelligenza del suolo” (2022); “Piazze scolastiche” (con C. Renzoni e P. Savoldi, 2022); “Urbanistica fragile” (con R. Moscarelli, 2022).
L’incontro si arricchirà con l’intervento dell’architetto Barbara Catalani, assessore alla cultura e istruzione (con delega alle politiche culturali educative e giovanili, rigenerazione urbana e innovazione civica, sistema ex Ilva e parco centrale) del Comune di Follonica che racconterà il caso virtuoso del recupero dell’area ex Fonderie ILVA di Follonica, un esempio concreto di come sia possibile dare nuova vita a spazi abbandonati con un progetto culturale, educativo e sociale articolato, che diventa motore di sviluppo per la comunità e per la città stessa.
La serata si concluderà con un momento di dialogo aperto al pubblico che offrirà l’opportunità di confrontarsi con gli esperti. Sarà un’occasione preziosa per riflettere insieme su nuovi modelli di sviluppo, fondati su principi come il consumo di suolo zero, la tutela del paesaggio e la cura delle comunità, che sono gli obiettivi centrali di Rossonove No Profit che promuove residenze artistiche.
La giornata si svolge con il patrocinio del Comune di Loano e dell’Ordine degli Architetti di Savona con la partecipazione di Yepp. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Rossonove è un’associazione senza scopo di lucro che promuove residenze artistiche: “Insieme alle persone che incontriamo, agli artisti e alle comunità, indaghiamo il paesaggio per immaginare, e mettere in essere ‘altre’ trasformazioni. Il nostro motto è innanzitutto ‘consumo di suolo zero’, perché viviamo in un area della Liguria predata dall’edilizia e a rischio idrogeologico che soffre molto del distacco con l’ambiente causato da cento anni di edilizia spietata. I conflitti ecologici riguardano lo spazio e la vita in modo primario, basico, ancestrale. Lo scopo della nostra attività è favorire punti di vista, immaginari alternativi per questi luoghi, attraverso l’occhio degli artisti girovaghi e la capacità che hanno di fecondare, come enzimi, l’immaginario delle persone che qui vivono. Abbiamo pensato di iniziare la nostra attività nel 2023 con una call per residenze artistiche”.
L’associazione Rossonove, che si occupa delle residenze artistiche, ha base ad Alassio: “Esploriamo spazi abbandonati per immaginare insieme agli artisti e alle persone che incontreremo altre trasformazioni possibili, perché vogliamo costruire nell’immaginario della regione un’altra storia, quella di luoghi dedicati all’educazione e alla cura. Abbiamo un’unica certezza, che è il nostro motto: zero consumo di suolo. Ma non solo: gli altri obiettivi sono cura del paesaggio, della natura e delle persone e bene comune”.