Il “Nettuno” di Bruno Chersicla
Il “Nettuno” di Bruno Chersicla è una scultura in pietra d’Aurisina, alta ben tre metri, con il tridente in ottone dorato, che rappresenta il mitologico dio del mare, che accoglie i naviganti che giungono in porto.
La scultura è costituita da tre sagome di marmo di circa 7 centimetri di spessore tenuta insieme da borchie di ottone. Il Nettuno sorge tra le onde del mare, che trasformano l’acqua in una cascata.
Bruno Chersicla, pittore, disegnatore, scultore, jazzista (Trieste, 10 ottobre 1937 – Trieste, 3 maggio 2013). Si diploma all’Istituto d’Arte di Trieste e al Conservatorio, e nel 1966 si trasferisce a Milano. Nella sua esperienza di artista ha assommato alle radici mitteleuropee, la precisione di rapporti matematici, il rigore intellettuale, la pulizia del design, una formazione culturale che deriva anche da curiosità percettiva, frequentazione di artisti, personali predilezioni unite a fantastiche intuizioni: Bauhaus, Futurismo, Surrealismo, Informale segnico e materico. Dagli anni ’70 tralascia progressivamente la scenografia, la pittura e l’insegnamento per dedicarsi quasi esclusivamente alla scultura lignea, dando vita a forme ambigue e ambivalenti, sempre fedeli a una visione provocatoria ed ironica dell’espressione figurativa. Collabora con architetti per interventi in strutture private e pubbliche; fra le più recenti in Lombardia si distinguono la chiesa del Collegio S. Giuseppe Villoresi a Monza, le vetrate del Santuario di Vimercate e le sculture per la chiesa dell’Annunciazione di Peregallo. Tra le mostre sono da citarsi la grande antologica nei chiostri di San Domenico di Reggio Emilia nel 1994, le esposizioni di Chicago nel 1995-96, e di Miami nel 1996. A ciò si aggiunge il Guinness dei primati nel 2001 per il dipinto più grande del mondo, che ha realizzato a Trieste nella piazza dell’Unità d’Italia.